La Dichiarazione sul Futuro di Internet
impegno di 60 democrazie occidentali per una rete globale migliore e più a misura di cittadino
Nel mezzo del conflitto russo-ucraino, proprio quando il rischio di uno splinternet russo sembra sul punto di avverarsi, l’amministrazione Biden ha deciso di rilanciare la sfida sulla rete globale, con la “Dichiarazione sul futuro di Internet”, sottoscritta da 60 governi del mondo, fra cui i 27 membri UE –Italia inclusa-, Gran Bretagna, Canada e Giappone.
Un documento che ha avuto una genesi molto controversa, con un primo tentativo poi naufragato che avrebbe dovuto culminare in un annuncio al Forum for democracy del 9 e 10 dicembre 2021 organizzato da Joe Biden. Annuncio cancellato all’ultimo momento su pressione delle grandi piattaforme Internet e della società civile, che erano state escluse dalla redazione del primo testo, elaborato essenzialmente dai diplomatici del Dipartimento di Stato USA e maturato in ambito G7 e G20.
Se nella prima versione, il documento sul futuro di Internet, prendeva in considerazione solo i governi, come se la rete globale fosse solo un affare fra stati, in questa nuova versione – frutto di 4 mesi di discussioni confidenziali fra governi, Commissione Europea ed imprese- il futuro di Internet torna ad essere “multi-stakeholder”.
L’incancrenirsi della situazione in Ucraina sicuramente ha svolto un ruolo di acceleratore del processo, ed ha definitivamente convinto l’amministrazione Biden che questo documento fosse indispensabile e non piu rinviabile. Le minacce sempre piu realistiche della disconnessione della Russia da Internet, unite alla Grande Fire-wall cinese ed alla tentazione crescente di molti stati di creare il proprio Internet, hanno reso non piu procrastinabile un pronunciamento deciso da parte delle Democrazie Occidentali.
La dichiarazione,infatti, preconizza un Internet futuro che rimanga globale, ma i 60 stati firmatari chiedono a che esso :
- Protegga i diritti umani e le libertà
- Consenta la libera circolazione delle informazione
- Favorisca l’inclusione, rendendo possibile a tutti i cittadini di accedere all’economia digitale
- Promuova la fiducia nell’ecosistema digitale, anche attraverso la garanzia della privacy
- Promuova e rafforzi l’attuale governance multistakeholder della rete globale.
Particolarmente rilevante in questa versione finale rivista il riconoscimento della garanzia della privacy, che è stato negli ultimi anni, il principale pomo della discordia fra USA ed Europa. Mentre il piu grande cambiamento prodotto da questi quattro mesi di ridiscussione del testo della Dichiarazione, è proprio l’ultimo punto del riconoscimento della natura multistakeholder dell’Internet. Un riconoscimento che però non nega il ruolo dei governi e degli organismi multilaterali, come precisa una frase in chiusura del testo, dove si dice: ““This Declaration takes into account, and expects to contribute to, existing processes in the UN system, G7, G20, the Organisation for Economic Cooperation and Development, the World Trade Organization, and other relevant multilateral and multistakeholder fora, the Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, Internet Governance Forum, and Freedom Online Coalition.”
Un supporto inaspettato alla Conferenza sul Futuro digitale di Guterres, annunciata per l’ottobre 2023 e che molti –dopo il conflitto ucraino- consideravano già morta e sepolta, ma anche un riconoscimento per il ruolo dell’IGF globale e degli IGF nazionali come il nostro in Italia. Uno stimolo per la nostra associazione a far meglio e di più nei mesi a venire.
Qui il testo integrale della dichiarazione: https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2022/04/28/fact-sheet-united-states-and-60-global-partners-launch-declaration-for-the-future-of-the-internet/
ELENCO DEI PAESI FIRMATARI (ripreso dal sito della Casa Bianca): Albania, Andorra, Argentina, Australia, Austria, Belgium, Bulgaria, Cabo Verde, Canada, Colombia, Costa Rica, Croatia, Cyprus, Czech Republic, Denmark, Dominican Republic, Estonia, the European Commission, Finland, France, Georgia, Germany, Greece, Hungary, Iceland, Ireland, Israel, Italy, Jamaica, Japan, Kenya, Kosovo, Latvia, Lithuania, Luxembourg, Maldives, Malta, Marshall Islands, Micronesia, Moldova, Montenegro, Netherlands, New Zealand, Niger, North Macedonia, Palau, Peru, Poland, Portugal, Romania, Senegal, Serbia, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, Taiwan, Trinidad and Tobago, the United Kingdom, Ukraine, Uruguay, USA